mercoledì 2 maggio 2007

la battaglia delle miniere verdi..

questa è una vecchia battaglia a cui il sottoscritto non ha partecipato... ma va raccontata pure lei
LA BATTAGLIA DELLE MINIERE VERDI

Le miniere Verdi si trovano nel mezzo dei monti Neri, nei pressi della roccaforte nanesca di Karaz Ucaz. I Nani hanno iniziato a scavarle molti secoli or sono, alla ricerca di minerali preziosi, di cui sono molto avidi. Il sei aprile 2007 a.c. un’armata di grandi Elfi raggiunse le miniere. I Nani sorpresi nel vedere degli Elfi così all’interno del loro territorio, uscirono rapidamente per affrontarli in battaglia.

SCHIERAMENTI:
-Esercito Nano: generale, Forgiarune Matu Tendaspiovente;
1 reggimento di spaccaferro, 1 reggimento di archibugieri, 1 reggimento di sventragiganti, 1 cannone lanciafiamme.
-Esercito Elfico: generale, comandante Marilù Lugas;
1 reggimento di maestri di spada, 1 reggimento di picchieri, 1 reggimento di guardie di Lothern, 1 multibalista.

INIZIO
Il campo di battaglia era una stretta piana con le miniere Verdi a sud, una alta collina a ovest e un altopiano a est.
I due eserciti si schierarono sul campo secondo le disposizioni dei rispettivi comandanti.
I grandi Elfi cercarono di coprire tutto il fronte con la forza numerica dei loro reparti, schierando i picchieri sulla sinistra a ovest, i maestri di spada al centro e la guardia di Lothern già sull’altopiano a est. Il comandante Marilù si posizionò, in seconda linea, nel mezzo del campo, mentre la balista restava nelle retrovie.
I Nani, invece, optarono per uno schieramento obliquo, concentrando la loro forza sulla destra dello schieramento. Lì presero posizione gli sventragiganti, al loro fianco sinistro gli archibugieri e nel centro dello fronte il possente reggimento di spaccaferro. Il lato sinistro, con la collina, restava estremamente scoperto all’iniziativa avversaria, per cui il Forgiarune che comandava l’esercito nano, un giovane generale impetuoso ma inesperto, decise di far schierare proprio lì il suo possente cannone lanciafiamme. Poi Matu stesso prese posizione dietro la collina, così il fronte era bene o male coperto.
La composizione dei due eserciti era molto differente, gli Elfi erano molto più numerosi e serrati in unità grosse anche il doppio dei reggimenti naneschi. I Nani speravano di compensare l’inferiorità numerica con il sapere runico che migliorava le loro armi.
Mossero per primi i Nani. Avanzarono un poco, poi si fermarono, il loro scarso movimento non permetteva loro di fare di più. Il lanciafiamme tirò sui picchieri, spazzandone via un intero rango. Il reggimento elfico, molto numeroso, si sfaldò e si diede vilmente alla fuga. La battaglia cominciava bene per i Nani.
Non lo stesso si poteva dire per gli Elfi, il generale Marilù dovette richiamare da subito un reggimento. Per sua fortuna il reggimento rispose e si ricompattò. Ora fece avanzare le sue truppe spostandosi al centro del dello scenario, verso le miniere avversarie. Fece avanzare le guardie di Lothern nel mezzo dell’altopiano, una posizione molto favorevole per dominare il campo di battaglia. Le guardie tirarono con i loro archi, la balista scagliò uno sciame di dardi, ma causarono poche perdite.
I Nani, sempre molto sicuri sé, avanzarono ancora verso il nemico. Tirarono ancora sul nemico col lanciafiamme, a cui si unirono anche i balestrieri. Ma non furono fortunati come prima, inflissero solo lievi perdite. La battaglia entrava nel vivo.
I maestri di spada Elfi, caricarono il centro nemico tenuto dagli spaccaferro, mentre il resto dell’esercito avanzò ancora verso i Nani. Ora il tiro elfico divenne micidiale, il generale Marilù tirò sul cannone nano uccidendo un servente, la balista centrò i balestrieri, provocando alcuni alcune perdite. La guardia di Lothern mirò con cura il reggimento di sventragiganti che veniva loro incontro e li ricoprì di frecce. Il reggimento nano, molto forte in combattimento, ma senza alcun genere di corazzatura, subì perdite ingenti e circa il 70% di loro cadde. Fu una carneficina. I Nani superstiti, resi furiosi dalla vista dei loro compagni morti, non pensarono assolutamente a ritirasi, ma proseguirono l’avanzata verso il centro dell’altopiano per fare scempio del nemico.
Nel centro lo scontro era molto equilibrato, i due reparti rappresentavano l’elitè dei rispettivi eserciti, per cui non era facile per nessuno dei due vincere.
Il forgiarune che comandava le truppe nanesche, sconfortato dall’ecatombe di sventragiganti, che chiamava confidenzialmente “i rossi” a causa delle barbe rosso acceso degli stessi, si lanciò in avanti per poter menar la mani con qualche elfo. Ma il reggimento di picchieri avversari che si trovava di fronte a lui era fuori dalla portata delle sue corte gambe.
Il generale Marilù ora dirigeva lo scontro. Fece caricare dai suoi picchieri il forgiarune, mentre lui stesso caricò i balestrieri. Intanto sull’altopiano “i rossi” avanzarono ancora, ma subirono un’altra bordata di dardi elfi. Alla fine di ciò, solo un eroico nano restava i piedi, pronto a caricare il nemico. Gli scontri corpo a corpo continuavano tutti con violenza inaudita. Nel centro gli spaccaferro tenevano testa ai maestri di spada; i balestrieri tenevano testa al generale Lugas grazie alla loro superiorità numerica; mentre il generale Matu, dopo aver eliminato alcuni picchieri, sopraffatto dal numero e ferito, si diede ignominiosamente alla fuga. Intanto il cannone nano, coperto di frecce dalla balista, perse un altro servente.
La fuga del forgiarune non si fermò subito, ma proseguì verso l’entrata delle miniere verdi. Intanto i Nani davano la vita sul campo di battaglia. Sull’altopiano “il rosso” superstite, soprannominato Thor, si scagliò sul nemico, riuscì ad uccidere qualche elfo, finchè venne fermato, ma non ucciso. I balestrieri cedevano terreno un po’ alla volta allo strapotere del generale avversario. Gli spaccaferro dopo aver combattuto duramente a lungo e aver perso la maggioranza del loro reggimento, vennero distrutti dai possenti nemici. Il cannone, ormai manovrato da un singolo nano, tirò i suoi ultimi colpi, una esplosione di fiamme si riversò sui maestri di spada, ma pochi ne morirono.
Ora gli spadaccini elfici caricarono sul lato i balestrieri, che ressero l’urto con numerose perdite. I picchieri avanzarono verso le miniere per inseguire il generale nano. Ma il cannone lanciafiamme dei Nani era ancora attivo, l’eroico servente, fradicio di sudore per la fatica, riuscì a caricarlo ancora una volta, un’altra bordata di fiamme e ferro si riversarono sugli sventurati picchieri nemici che persero numerosi combattenti, ma ciò non basto a farli ritirare. Sull’altopiano si decideva la sorte di Thor, l’ultimo eroico sventragiganti del suo reggimento, che sopraffatto dal numero spropositato di elfi che si trovava di fronte, morì da eroe, faccia al nemico e le due asce de guerra strette nei pugni.
Ora Matu, il generale nano, smise di fuggire, il suo esercito non esisteva praticamente più, al cannone non restava che un servente, due reggimenti su tre erano stati distrutti, e anche l’altro non se la passava troppo bene. Il generale deciso a riscattare il suo onore combattendo, si appresto a subire la carica dei picchieri nemici.
Il generale Elfo, per contro era molto soddisfatto di come stava terminando lo scontro. Non restava che terminare il nemico. Fece tirare dalla sua balista sul cannone, l’unico servente rimasto non poté far altro che morire. Intanto il comandante elfico, con l’aiuto determinante dei maestri di spada, spazzò via gli ultimi balestrieri rimasti.
La battaglia era conclusa. I Nani avevano perso tutto fuorché l’onore, mentre gli Elfi avevano perso solo un mezzo reggimento di picchieri, alcuni maestri di spada ed alcune guardie di Lothern. La vittoria elfica fu totale.

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