martedì 23 settembre 2008

la giustizia in Italia

L'osservatorio: nel 2005 soltanto il 26 per cento di nostri connazionali approvava la pena capitale
Pena di morte, a favore un italiano su tre
No della maggioranza al principio "meglio un colpevole fuori di un innocente in galera

"Il rapporto tra gli italiani e il sistema giudiziario è sempre più controverso e caratterizzato da un esplosivo mix tra fiducia residua e insoddisfazione in aumento. Ma è quest’ultima a caratterizzare in misura crescente l’atteggiamento dei cittadini: gli italiani sono sempre meno contenti dell’attuale ordinamento giudiziario e, spesso, anche dell’azione dei magistrati. E chiedono soprattutto un maggiore rigore - talvolta addirittura durezza e inflessibilità - nel giudicare e combattere la criminalità. È quanto emerge da un recente studio su "italiani e giustizia", che verrà presentato la prossima settimana ad Orvieto.
Si nota in primo luogo una informazione molto (troppo) contenuta del funzionamento del sistema giudiziario: solo il 40% dichiara di conoscerlo, almeno a grandi linee. Il giudizio, poi, è assai critico: il 68% lo valuta in modo nettamente sfavorevole. E l’accentuazione di questo atteggiamento negativo, rilevabile tra gli strati meno centrali socialmente come le persone con più basso titolo di studio, le casalinghe, ecc., mostra come proprio costoro - i più deboli - si sentano meno protetti.
È significativo osservare come ci sia meno fiducia dichiarata nel sistema giudiziario complessivamente inteso, anche rispetto a quella espressa nei confronti dei suoi attori principali, i magistrati, che raccolgono comunque il consenso del 51% della popolazione. Proprio il "sistema" appare farraginoso, troppo complicato, obsoleto, ostile al cittadino. Per questo se ne vuole la riforma: secondo il 59% degli elettori (specie i giovanissimi) è da fare al più presto e, a parere di un altro 33%, è comunque opportuna anche se non costituisce una priorità.
Ma quali sono i principi di giustizia cui occorre ispirarsi? Gli italiani appaiono per molti versi "giustizialisti" (così potrebbe essere definito almeno i due terzi dei nostri concittadini), fautori sempre più di una linea dura nei confronti della criminalità.Tanto che, ad esempio, la maggioranza (66%, con un’accentuazione, ancora una volta, tra i più giovani) si dichiara decisamente in disaccordo con il vecchio (e condiviso da tanti giuristi) principio "meglio un colpevole libero che un innocente in galera", preferendo al contrario rinchiudere in prigione quanti più criminali - veri o potenziali - possibile.
Ancora, non a caso, quasi un terzo (31%) dei nostri concittadini arriva addirittura a proporre l’introduzione della pena di morte in occasione di delitti particolarmente gravi. Un netto aumento rispetto al 26 per cento di soli tre anni fa (sondaggio Euro Rscg dell’aprile 2005). Queste risposte riflettono evidentemente lo stato di paura e di insicurezza che caratterizza sempre più gran parte della popolazione, specie di fronte a fenomeni nuovi ed epocali quali, in primo luogo, le ondate migratorie.
Il Corriere della Sera, 21-09-2008

allora c'è ancora speranza...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

un patibolo in ogni piazza!?

Anonimo ha detto...

un patibolo in ogni giardino!!

CALSASBORA ha detto...

everywhere for everybody... ^^