martedì 23 settembre 2008

Der Untertgang des Abendlandes

ci son su da più di due mesi ma ormai vedo la fine del tunnel.. ^^'
qualche stralcio su alcuni temi di rilievo lo posto..

Fellahim

E' nelle città cosmopolite che, a fianco di una minoranza la quale ha una storia, che vive in sè la nazione, che sente di rappresentarla, sorge una seconda minoranza, costituita da uomini estraniatisi dai tempi, astorici: letterati, uomini che non sanno di un destino, ma solo di cause ed effetti, uomini che hanno perduto ogni contatto interiore col sangue e con l'essere e sono puro essere desto pensante; costoro non riescono più a trovare qualche significato "ragionevole" nell'idea di nazione. E in effetti essi non appartengono più alla nazione; difatti i popoli della civiltà, identici alle nazioni, sono forme correnti dell'esistenza mentre il cosmopolitismo è mera combinazione intellettualistica fra esseri desti. [...] Il cosmopolitismo è letteratura e tale resta: ferratissimo per quel che riguarda gli argomenti, è assai debole quando si tratta di difenderli, non con altri argomenti, bensì col proprio sangue.
Ma proprio tale minoranza, intellettualmente superiore all'altra, combatte con armi spirituali, e può farlo, perchè la città cosmopolita è puro spirito, sono prive di radici e già in sè stesse costituiscono ciascuna un dominio collettivo "civilizzato".
I cosmopoliti nati e i fanatici della pace mondiale della riconciliazione dei popoli - nella Cina degli stati in lotta, nell'India Buddhistica, nell'ellenismo e al giorno d'oggi -sono i capi spirituali del fellachismo. Panem et circenses - questa non è che un'altra formulazione del pacifismo. Un elemento antinazionale è sempre esistito nella storia di tutte le civiltà, si sappia o no della sua esistenza. Il pensiero puro, rimesso soltanto a sè stesso, è stato sempre estraneo alla vita ed ostile alla storia, antiguerriero, senza razza. [...] per diversi che siano questi casi [...] la volontà di potenza è sopraffatta da una tendenza, i cui rappresentanti sono spessissimo uomini privi di istinti originari ma tanto attaccati alla logica, uomini i quali si trovano a proprio agio in un mondo di verità astratte, di ideali e di utopie: spiriti libreschi che credono di poter sostituire la realtà alla logica, alla potenza dei fatti una giustizia astratta, al destino la ragione. [...] Nella "storia dello spirito" essi hanno una posizione eminente: fra di essi si trova una lunga serie di nomi celebri, ma dal punto di vista della storia reale essi rappresentano qualcosa di inferiore.
Il destino di una nazione che deve far fronte agli avvenimenti del suo mondo dipende dalla misura in cui la razza riesce ad impedire che un fenomeno del genere eserciti un'azione storica. [...] In ogni caso il popolo romano trionfò sulle altri parti del mondo antico perchè seppe escludere dalla linea della sua politica gli istinti fellach dell'ellenismo.
Una nazione è umanità portata in forma vivente. Il risultato pratico di tutte le teorie di riforma universale è regolarmente l'avvento di una massa informe e astorica. Tutti i riformisti e i "cittadini del mondo" difendono ideali da fellach, coscientemente e incoscientemente. Il loro trionfo significa una abdicazione della nazione nell'insieme della storia, abdicazione non a favore della pace universale bensì di altre nazioni. La pace mondiale è stata sempre unilateralmente voluta. la pax romana [...] ebbe praticamente un solo senso: ridurre una popolazione informe di milioni ad oggetto della volontà di potenza di schiere esigue di guerrieri. Questa pace mieté tra le popolazioni pacifiche un tale numero di vittime, che di fronte ad esse quelle della battaglia di Canne scompaiono. Il mondo babilonese, quello cinese, egiziano e indù passarono da un conquistatore all'altro pagando simili trapassi col sangue dei loro popoli. Questo rappresentò per loro la pace.
e qua mi fermo se no finisce che scrivo tutto il capitolo.. ^^'

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