Federalismo, Pd e Idv si astengono
Veltroni: «Siamo una forza responsabile»
Il leader democratico: «Sono passate alcune nostre proposte. Ma restano nodi da risolvere»
ROMA - Il disegno di legge sul federalismo fiscale si avvia verso il voto finale al Senato (previsto alle 18). Dopo l'eventuale - e probabile -approvazione (in aula è presente anche il premier, Silvio Berlusconi), il testo passerà alla Camera. E proprio sul ddl si riapre il confronto tra maggioranza e opposizione: il Pd ha infatti annunciato l'astensione durante il voto, così come l'Italia dei Valori. La decisione, presa dall'assemblea del gruppo, è stata comunicata dal segretario, Walter Veltroni: «Una decisione giusta di una forza che assume la responsabilità» del dialogo «e che ha cambiato il testo originario facendo passare molte proposte». Al Pd arriva il plauso di Umberto Bossi: «Con la sinistra è stato fatto un lavoro importante» dice il ministro delle Riforme. E arrivando a Palazzo Madama, Berlusconi smentisce le presunte frizioni con il Senatùr: «Problemi con la Lega sul federalismo? Ma quando mai...»
NODI - Prove di dialogo, dunque. Ma lo stesso Veltroni avverte che l'atteggiamento dei democratici, nel corso dell'iter parlamentare, potrebbe cambiare: «La maggioranza deve sapere che il banco di prova saranno la copertura finanziaria del provvedimento e l'attuazione del pacchetto Violante di riforme istituzionali - spiega Veltroni - in particolare sulla riduzione dei parlamentari e sul Senato federale». La decisione sull'astensione è stata presa, come ha spiegato la capogruppo Anna Finocchiaro, a «larghissima maggioranza». Da quello che si è appreso, alcuni senatori si sono pronunciati per il no, a partire da Marco Follini.
BOSSI - Il Pd incassa dunque il plauso di Bossi, che però sottolinea: «Dopo tutte le loro proposte che abbiamo accettato, non potevano proprio votare contro». Il Senatùr rivolge poi una critica a Pier Ferdinando Casini: «Proprio non lo capisco: già è al lumicino, se vuole fare il difensore del Sud, la battaglia antifederalista che è persa in partenza, chissà dove finirà...». Il ministro delle Riforme smentisce poi di aver inviato una lettera al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per sollecitare la presentazione dei costi del federalismo fiscale. Conversando con i giornalisti in Transatlantico, Bossi scherza: «Non ho scritto nessuna lettera a Tremonti, certo se fosse una bella donna...». Insomma, nessuna pressione sul ministro dell’Economia per quanto riguarda i costi del federalismo fiscale: «Con Tremonti ci sentiamo tutti i giorni, ma noi seguiamo con attenzione» i lavori sul federalismo per evitare che «sia smontato da un'altra parte».IDV - Durante le dichiarazioni di voto, anche l'Idv annuncia l'astensione. «Molto resta nebuloso in questo provvedimento - dice il capogruppo, Felice Belisario - soprattutto per quel che riguarda i conti e la quantificazione finanziaria. Permangono norme che non ci convincono e la delega è troppo generica. Siamo a favore del superamento della spesa storica però abbiamo necessità di capire se avverrà in una misura uguale in tutto il territorio nazionale. Ma il nodo resta la determinazione dei costi standard. Idv però a deciso di dare il suo voto di astensione che vuole essere un segnale di fiducia nei confronti della riforma».
BONAIUTI - E il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, assicura che non c'è nessun contrasto tra il premier, Silvio Berlusconi, e Bossi. Nel corso di un'intervista a «Italia news», in onda su Rai International, Bonaiuti ha ribadito che il rapporto tra i due «è così eccellente che non occorre commentarlo». «Il federalismo lo abbiamo lasciato come bandiera alla Lega - ha aggiunto - ma è nel nostro programma di governo» e «fa parte integrante di quel contratto che facemmo con gli elettori».
http://www.corriere.it/politica/09_g...4f02aabc.shtml
qlc buona notizia arriva..
complimenti a Veltroni che è riuscito a non far votare contro i suoi..
venerdì 23 gennaio 2009
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