giovedì 23 aprile 2009

racconto

by Boss..

Battaglia di Rotenbach

Premessa: Nelle ridenti campagne del Wissenland centrale una nuova minaccia turba la quiete delle popolazioni dell'Impero. Interi villaggi rasi al suolo, fumo, macerie e macabri resti umani come soli testimoni della distruzione. Dalle scarse informazioni ricevute, il conte elettore non tarda a fare un collegamento con l'invasione orchesca avvenuta nei mesi precedenti e, intuendo la posizione del nemico, trova vantaggioso mobilitare l'armata di stanza a Kell, dove il famoso condottiero Ludwig Swhartzhelm sta sviluppando, per conto dell'imperatore, nuove tattiche di ingaggio nei confronti dei pelleverde. Senza perdere altro tempo l'armata si dirige verso la cittadina di Rotenbach, dietro la quale si spiega un campo fatto di leggeri declivi e radi boschetti. Qui il primo contatto col nemico e la raccapricciante sorpresa. Non di verde feccia si tratta, ma delle ombrose schiere di Naggaroth!!
Lo sgomento e la sorpresa lasciano presto il posto a una sordida rabbia, mentre le truppe si schierano sul campo. Non ci saranno prigionieri oggi!

Il campo di battaglia si presenta molto simmetrico, dalla parte degli imperiali un boschetto sulla destra e una ampia collina sulla sinistra, mentre per gli elfi oscuri un bosco a destra e una collinetta a sinistra.
Liste e Schieramenti: da destra a sinistra nel rispettivo lato del campo
Impero: un reggimento di Grandispade con distaccamenti (arcieri e milizia) dietro il boschetto, Ludwig Swahrtzhelm alfiere dello stendardo di battaglia, un reggimento di Flagellanti, il mago del fuoco Gelil Dekkrau, un lanciamissili tempesta d'inferno in posizione arretrata, un reggimento di alabardieri con distaccamenti (fucilieri e milizia) guidato dal prete guerriero generale Rufus Gettisgoth, sulla collina un cannone e dietro di essa uno squadrone di staffette.
Elfi Oscuri: una pattuglia di Ombre con l'assassino Shabreza nel bosco, dietro di esse il padrone Ernon Shezghol alfiere dello stendardo da battaglia, uno squadrone di cavalieri oscuri dietro il bosco, nei pressi l'incantatrice Alirya Forn'yca su pegaso nero. Sulla collinetta una multibalista, davanti ad essa un reggimento di balestrieri, a sinistra della stessa uno squadrone di cavalieri su naggaronte dietro i quali staziona l'unità di Guardie Nere del generale Llornik Sosmar'naz.

La Battaglia
Mentre il generale Rufus prende tempo, l'armata nemica agisce come sua prerogativa: rapidamente e violentemente. L'unità di ombre mandata in avanscoperta inquadra l'artiglieria nemica e provvede a riversare una pioggia di fuoco sui serventi delle macchine. Lo strazio di urla e gemiti unito all'odore del sangue misto a polvere da sparo, innervosiscono le cavalcature delle staffette, le quali non riusciranno ad avere una parte in questa battaglia.
Nel frattempo altre frecce cadono sui reparti imperiali causando poche vittime mentre la magia oscura influenza gli archibugi imperiali causandone l'inceppamento.
Le schiere del wissenland muovono verso gli elfi, puntando al corpo a corpo. Mentre l'unità di arcieri cerca di mettersi in posizione di tiro utile nel bosco, le grandispade e i flagellanti lo aggirano e gli alabardieri si mettono in posizione difensiva contro l'accerchiamento.
La seconda raffica di tiro ha perlopiù come vittime gli alabardieri che cadono copiosi, ma mantengono la posizione grazie al carisma del loro generale. Viene ferito anche il mago Gelil, nella sua ansia di colpire la bella elfa sulla sua creatura alata, che mette a dura prova le sua capacità di arginarne il potere arcano.
Mentre il reparto di cavalieri su naggaronte trova negli arcieri una valvola di sfogo, i composti membri della guardia nera si avvicinano alle linee imperiali, le quali non intendono rifuggire tale provocazione.
Al centro del campo la presenza dei flagellanti si fa incombente nei confronti dei balestrieri che continuano a riversare frecce sull'assalto della milizia e subiscono perdite dai pochi archibugi e dai missili vaganti della batteria imperiale, che oggi non ha un'elevata performance.
Il reparto di alabardieri continua a resistere quando gli Oscuri decidono di chiudere la tenaglia. Avanzano infatti le ombre e i cavalieri, decisi a sterminare qualunque presenza di umani, martoriando nuovamente le fila di quel valoroso reggimento, che in un atto di coraggio estremo e dedizione per la patria, si lancia all'assalto, sfidando la micidiale raffica di controcarica. Solo il generale arriverà ad ingaggiare il nemico, mentre un'altro epico scontro si delinea all'estremità opposta del campo.
Qui infatti le grandispade hanno ingaggiato la guardia del generale nemico, il quale, col disprezzo tipico della sua razza nei confronti di qualunque altro essere vivente, sfida il capacissimo Ludwig a singolar tenzone.
Nel frattempo il mago Gelil soccombeva sotto i dardi nemici, dando fondo a tutte le sue risorse per contrastare l'incantatrice Alirya, che impavida ora si ritrova a sorvolare il centro dello schieramento nemico in cerca del bersaglio adatto per i suoi poteri.
Con un ultimo appello a Sigmar, il prete guerriero Rufus Gettisgoth scatena una vampa di fuoco divino sui nemici a lui più vicini, cogliendo del tutto impreparato il padrone Ernon privandolo della vita. In tutta risposta il fedele assassino Shabreza affonda ripetutamente le sue lame avvelenate nei punti vitali del prete generale lasciandolo a terra in un lago del suo stesso sangue.
Mentre, nonostante la morte del padrone, le truppe si apprestano a rastrellare la loro parte di campo di eventuali superstiti, un'altra tragedia sta per avere il suo epilogo.
Sicuro della sua velocità e della sua affilatissima spada il generale elfo, dopo uno scambio di colpi con il prode Ludwig, soccombe sotto il peso del bianco destriero imperiale. A nulla valse la sua capacità di rigenerarsi magicamente.
Tuttavia lo scontro tra i migliori reparti in campo continua, vedendo le guardie nere in evidente inferiorità numerica tenere testa alle grandispade anche dopo la morte del loro generale. L'intervento decisivo dell'incantatrice, che avviluppa di magia oscura i combattenti decimando le truppe imperiali, decreta la svolta che porta le guardie a prevalere e a trovarsi davanti il solo Ludwig e il capitano del reggimento nemico avendo subito nemmeno la metà delle perdite.
Nel frattempo, senza una guida accorta si compiva il fatale destino della martoriata unità di balestrieri, travolti dalla schiumante rabbia dei flagellanti, immuni all'esito della battaglia, guidati solo dalla fanatica brama di distruzione.
Sapendo di non poterli richiamare e disponendo come unico ausilio il capitano delle guardie imperiali, Ludwig decide allora di abbandonare il campo per non cedere lo stendardo e ricoprirsi d'infamia, mentre le schiere oscure, con ormai alla guida solo la bella Alirya decidono di non perdere tempo e di lasciarsi indietro gli elementi più lenti. La loro presenza qui ha ben altri scopi che accapigliarsi con le forze imperiali...

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