lunedì 30 aprile 2007

warhammer al Livello.La saga delle Tumulilande.Terzo episodio

Ultimamente la sfiga si è impadronita del livello.. così dopo anni di ubriacature combattendo a risiko, la compagnia ha deciso di essersi rotta il cazzo. Siamo così passati al Warhammer, un gioco carino, ma lunghissimo e complicato...l'ambientazione è quella fantasy, con aggiunta di nozioni di tattica militare e retorica nazionalista...
Per non perdere memoria del tempo perso a muovere i soldatini sul tavolo, ho cominciato a fare il resoconto delle battaglie combattute. Questa è l'ultima.. ovviamente il sottoscritto è il generale imperiale......


LA BATTAGLIA DEI TUMULI ROCCIOSI

GENESI
Alla fine dell’aprile 2007 a.c. un esercito imperiale si trovava impegnato oltre i propri confini. Era l’esercito di Wartebad, sceso nelle Tumulilande a combattere i Pelleverde. Dopo aver disfatto in due battaglie l’orda del capoguerra orco nero Bozz Tazmako, l’Impero, che aveva perso due valenti generali, pensava di aver stabilito il proprio dominio su quelle terre. L’esercito attese l’arrivo da nord del nuovo generale Alarik Haider, un capitano che si era distinto negli scontri di confine contro i bretoniani. Egli portava con sé numerose truppe di rincalzo, che lo seguivano ad alcuni giorni di distanza. Il piano era di aspettare i rinforzi e poi proseguire nella campagna contro gli orchi che infestavano ancora in forza la zona.
La presenza di un esercito umano nelle Tumulilande scatenò tra i Pelleverde una vera e propria mobilitazione di massa. Da ovunque accorrevano orchi e goblin di tutte le tribù per combattere sotto le insegne del capoguerra orco nero Gramspan. Dalle Malelande e dalle Terre Oscure arrivavano per combattere gli uomini.
Gli imperiali non si aspettavano una tale velocità. Quando l’esercito di Wartebad, si trovò di fronte ai Tumuli Rocciosi, poté vedere la sterminata orda. Per contro i rinforzi imperiali, che avrebbero garantito una certa equità di forze, non erano ancora giunti. Ma erano vicini.

SCHIERAMENTI:
-esercito imperiale
Generale: capitano dell’Impero Alarik Haider;
1 reggimento di guardie di palazzo, 1 regg. di Templari del Lupo bianco, 1 reggi. di Templari Portaspada, 1 regg. di picchieri, 1 reggimento di alabardieri, 2 distaccamenti di archibugieri, 1 regg. di balestrieri, 1 cannone, 1 mortaio, 1 cannone Tuono d’inferno, 1 capitano alfiere dello stendardo di battaglia Frederik Thule, 1 capitano Heinz Guderian.
- orda orchesca
Generale: capoguerra orco nero Gramspan;
1 regg. di orchi neri, 1 regg. di orchi musi duri, 1 regg. di picchieri orchi, 2 regg. di cavalcalupi goblin, 1 regg. di arcieri orchi, 1 regg. di cavalcaragni delle foreste, 1 regg. di picchieri goblin, 1 regg. di arcieri goblin, 1 carro degli orchi, 1 gettapietre dei goblin, 1 capoguerra orco alfiere dello stendardo di battaglia Muerzik.

IL CAMPO DI BATTAGLIA
Il 26 aprile l’orda Pelleverde era pronta allo scontro e cominciò a schierarsi in profonde file, dato il minimo spazio per lo schieramento. Davanti vi erano i goblin, seguiti dagli orchi neri e dagli altri reggimenti di orchi. I fianchi erano coperti dai reparti di cavalleria. Nel centro del fronte presero posizione il generale Gramspan, il suo stendardiere ed il gettapietre.
Il terreno era la tipica steppa brulla costellata di colline e muriccioli che costituiva il deprimente paesaggio comune a tutte le Tumulilande.
L’esercito imperiale si trovava in inferiorità numerica di due a tre. Alarik Haider lo sapeva ed aveva posticipato lo scontro fin quando aveva potuto. Ora aveva preso postazione su di una tozza collina che occupava la parte centrale del suo fronte. Sopra di esso schierò l’artiglieria, tenendo però ai piedi del rilievo ,sul lato destro, il cannone Tuono d’inferno, una diavoleria che aveva portato con sé come regalo per i pelleverde. Sulla collina schierò poi i picchieri, seguiti dal loro distaccamento e dalla guardia di palazzo. Sul lato destro posizionò i Templari del Lupo bianco e il capitano Frederik Thule. Alarik prese posto tra le truppe sul retro della collina. Una brigata di rincalzo stava giungendo da nord e sarebbe arrivata in giornata, almeno così sperava il generale imperiale. Era guidata dal capitano Heinz Guderian alla guida del suo reggimento di alabardieri con annesso distaccamento di archibugieri. Oltre a questo la brigata era composta da un reggimento di Templari dell’ordine Portaspada ed un reggimento di balestrieri. Se fossero giunti in tempo gli orchi avrebbero perso la superiorità numerica.

LA BATTAGLIA
L’Impero mosse per primo. I picchieri si misero ai piedi della collina, permettendo di salire al distaccamento ed alla guardia. I Templari avanzarono seguiti dal capitano Frederik. L’artiglieria imperiale cominciò a bersagliare il nemico, il mortaio non colpì nulla, ma il cannone, migliorando le stime, polverizzò un rango di orchi neri. Ora anche gli orchi si mossero. Gramspan fece avanzare i goblin e ampliò il fronte facendo avanzare le ali. A sinistra un reggimento di cavalcalupi ed uno di arcieri orchi inizio a risalire su di una collina che là si trovava, mentre a destra avanzavano i cavalcaragni, il carro e l’altro regg. di cavalcalupi. La catapulta intanto non coglieva alcun risultato.
Ora Alarik fece fermare i picchieri, mentre la guardia discendeva dalla collina. I Templari continuarono la loro avanzata sul lato sinistro. Il generale imperiale puntava sul fuoco dei suoi pezzi d’artiglieria per spezzare l’avanzata nemica. Il mortaio si inceppò, ma il cannone centrò in pieno il gettapietre mandandolo in frantumi. Il Tuono d’inferno e gli archibugieri tempestarono di fuoco l’enorme reggimento di picchieri goblin, causando però ben pochi danni. Ciò non bastò a fermare l’avanzata orchesca che continuò con estremo vigore, il capoguerra Gramspan voleva piegare la resistenza umana il prima possibile. Gli era probabilmente giunta la notizia dell’imminente arrivo di rinforzi nemici, tanto che mantenne nelle proprie retrovie due reggimenti di fanteria come riserva.
I rinforzi però tardavano, facendo innervosire Alarik, che decise di non poter più attendere e fece caricare i picchieri goblin dai propri picchieri e dall’alfiere Frederik. Lo scontro causò alcune perdite da entrambe le parti, ma i goblin, in conformità alla loro vile natura, si diedero alla fuga. Erano un reggimento immenso che il capoguerra orco aveva mandato allo sbaraglio senza il necessario supporto tattico. Vennero tutti fatti a pezzi dagli imperiali, che nell’inseguimento cozzarono contro l’alfiere orco Muerzik, che aveva maldestramente guidato la prima linea. I Templari del Lupo bianco caricarono i cavalcalupi che stavano aggirando da sinistra lo schieramento umano e, pur avendo perso un cavaliere a causa degli archetti nemici, spazzarono via i goblin e li inseguirono allontanandosi però dal centro dello scontro. L’artiglieria imperiale continuava a martellare i pelleverde. Nonostante il mortaio continuasse a tirare a vuoto, il cannone colpì nuovamente gli orchi neri uccidendone alcuni.
Gli orchi intanto continuarono ad avanzare infischiandosene delle perdite. Il carro caricò la guardia di palazzo riuscendo a causare discrete perdite, mentre gli arcieri goblin caricarono sul fianco i picchieri imperiali che si erano imprudentemente esposti e, con l’aiuto di Muerzik, i Pelleverde riuscirono a mandare in rotta gli uomini, e inseguendoli li uccisero tutti. La superiorità numerica orchesca cominciava a divenire schiacciante, le truppe imperiali rischiavano di essere distrutte sulle loro posizioni dal numero soverchiante di avversari.
Ora la brigata di rincalzo, che Alarik attendeva disperatamente, fece il suo ingresso sfolgorante sul campo. Giunse sul fianco destro degli orchi. Tutte le truppe che Gramspan teneva come terza linea gli sarebbero servite per tamponare la falla.
Nel centro le truppe imperiali ritrovarono lo slancio che le contraddistingueva, Frederik Thule andò in soccorso della guardia impegnata contro il carro, la loro forza combinata spazzò via il mezzo nemico ristabilendo il fronte. Il cannone tirò con perizia e centrò in pieno gli orchi neri spazzandone via un altro rango, mentre il mortaio si inceppò ancora; non era proprio il suo giorno fortunato. Anche il Tuono d’inferno si apprestava a sparare. La sua raffica ebbe un effetto devastante sul malcapitato reggimento di arcieri goblin che si trovava a tiro, metà di loro morì.
Gli orchi, dal canto loro, persero la loro naturale baldanza, due loro reggimenti cominciarono ad azzuffarsi tra loro impedendo a Gramspan di utilizzarli in modo utile.
Il capoguerra orco nero decise di reagire con violenza all’inaspettato volgere della sorte. Fece caricare dai suoi picchieri i Templari Portaspada che erano appena giunti sul loro fianco, si trattava di potenti cavalieri potentemente corazzati, che riuscirono ad uccidere alcuni orchi senza subire perdite, restando saldamente al loro posto. Poi fece caricare dal reggimento di cavalcalupi rimasto lo stendardiere imperiale, che colto di sorpresa rimane ferito nella mischia.
Le sorti della battaglia correvano su un filo di lana.
L’artiglieria imperiale continuò a cercare bersagli nemici, ma ve ne erano pochi a distanza utile e nessun pezzo riuscì a colpire alcunché. Nel centro lo scontro procedeva serrato: la guardia, con l’aiuto del generale, caricò i lupi, che vennero decimati e fatti fuggire, ma nella mischia cadde l’alfiere Frederik Thule, già ferito in precedenza. I Templari del Lupo bianco, ritornati dall’inseguimento, caricarono il reggimento di arcieri goblin che occupava il centro avversario. Si abbatterono su di loro come una folgore, dimezzandone le fila già provate dal tiro imperiale. I goblin naturalmente scapparono, ma i cavalieri non li inseguirono per non scoprire la loro artiglieria che sarebbe rimasta alla mercé del nemico.
Sul fianco orco la brigata imperiale proseguiva lo sfondamento. Gli alabardieri, guidati da Heinz Guderian, caricarono il reggimento di arcieri orchi che aveva occupato la collina. Lo scontro fu breve in quanto gli orchi abbandonarono quasi immediatamente la posizione e se la diedero a gambe, riuscendo ad evitare di essere raggiunti dagli imperiali.
Gramspan si ritrovò con mezzo esercito in fuga, ma con urla e mazzate riuscì a rimettere un certo ordine tra le sue truppe, solo gli arcieri orchi non lo ascoltarono e continuarono a fuggire. Intanto nelle retrovie il possente reggimento di musi duri iniziava una zuffa, rendendolo momentaneamente inservibile. L’orco nero non si diede per vinto e giocò le carte che aveva a disposizione, voleva bloccare l’avanzata umana sul proprio fianco e conquistare la collina al centro del fronte imperiale.
Prima pensò al fianco. I Portaspada erano tenuti impegnati dai picchieri orchi, mentre con gli orchi neri cercò di bloccare l’avanzata degli alabardieri. Lo scontro si risolse con un duello, in quanto Heinz Guderian sfidò il capo degli orchi neri. L’orco si fece avanti baldanzoso convinto di poter maciullare facilmente un uomo, ma si sbagliava. Heinz era un possente capitano armato con un enorme martello da guerra. Il duello durò pochi secondi, giusto il tempo di alzare le armi e farle ricadere. Il capo orco nero venne massacrato ed a quella vista tutto il reggimento se la diede a gambe. Gli alabardieri scattarono all’inseguimento e raggiunto il nemico fecero scempio di esso.
Gramspan era furioso, ordinò le restanti cariche e si lanciò egli stesso addosso ai Templari del Lupo bianco. Il generale caricò con una ferocia inaudita il fianco esposto, riuscendo a decimare il possente nemico che dovette ritirarsi per riordinarsi a fianco della collina. Nel frattempo i cavalcaragni caricarono sul fianco la guardia che teneva eroicamente il centro imperiale dall’inizio della battaglia. Le orride creature colsero di sorpresa gli uomini, riuscendo a causare discrete perdite pur ricevendone alcune. Anche Muerzik, che comandava le forze orchesche in quel frangente, si gettò sulla guardia di palazzo, che restò in posizione grazie alla propria determinazione, nonostante le perdite subite.
Gli eserciti erano stremati dalla fatica, ma la voglia di vedere il rispettivo nemico sconfitto li spingeva a continuare la battaglia. L’artiglieria tirò un’ultima bordata, che andò quasi completamente a vuoto. Il cannone Tuono d’inferno ,inoltre, s’inceppò, il complicato meccanismo che lo faceva funzionare si surriscaldò fino a farlo esplodere. Lo scoppio uccise i serventi sul posto.
La battaglia era alle fasi conclusive. I Templari Portaspada, dopo essere stati duramente impegnati dai picchieri orchi, riuscirono a spezzarne il morale a suon di morti, facendoli abbandonare lo scontro. I cavalieri si lanciarono all’inseguimento sterminandoli tutti.
Davanti alla collina centrale la battaglia infuriava ancora. La guardia, pur avendo perso più di metà degli effettivi, resisteva ai cavalcaragni goblin. Allora Alarik si gettò in loro soccorso attaccando Muerzik in duello. L’orco provò a difendersi, ma il generale imperiale era troppo ben addestrato. Così l’alfiere Muerzik cadde davanti alla collina che avrebbe dovuto conquistare e che invece era rimasta inviolata.

PROLOGO
Lo scontro si concluse così senza un chiaro vincitore, anche se l’Impero aveva senz’altro causato perdite molto maggiori di quelle subite.
Agli orchi restava un reggimento di musi duri, uno di cavalcaragni, alcuni goblin arcieri e cavalcalupi ed il generale orco nero Gramspan. Un reggimento di arcieri orchi era inoltre in fuga dal campo di battaglia.
All’Impero restava il reggimento di Portaspada, gli alabardieri con a capo Heinz Guderian, i Balestrieri, due distaccamenti di archibugieri, il cannone, il mortaio, alcuni Templari del Lupo bianco e diverse guardie di palazzo. Il generale Alarik Haider restava a comandare il centro del fronte.
Entrambi gli eserciti erano troppo stremati per organizzare operazioni di disturbo reciproche. Le Tumulilande restavano un territorio estremamente conteso in cui sia gli uomini che i Pelleverde erano presenti in forze. Sicuramente gli orchi, sotto la guida di Gramspan, avrebbero organizzato una nuova orda per spazzare via gli Umani da quelle terre che reputavano proprie. D’altro canto l’Impero, se voleva mantenere il possesso anche parziale di quei luoghi spettrali, doveva al più presto inviare rinforzi consistenti. Alarik sapeva quanto presto occorreva ai Pelleverde per radunare un’orda.
La guerra sarebbe continuata.

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