mercoledì 27 maggio 2009

The End



Ormai sono un paio di settimane che abbiamo de facto chiuso..
i motivi sono noti..
il blog, che è solo un appendice della vita reale, chiude qua..
non si può davvero dire che non ce lo siamo goduti..
cmq..
ogni fine non è che un nuovo inzio...
quindi passiamo la mano e vediamo cosa peschiamo...

mercoledì 20 maggio 2009

serata all in


stasera breve combat al livel...
col gruppone di Viadana...
tanto la lus non serve....
e sperom..

domenica 17 maggio 2009

punto della situazione


la luce non c'è... ma il resto c'è ancora tutto...
parlando ieri col Tuz pare che una pezza ce la possiamo mettere..
almeno finca a ghè i mur... ^^

Italia multietnica?


in merito all'agenda politica di questa settimana...
un immagine vale più di 1000 parole...

ieri sera..


festa di laurea dal svinant...
bella anche se sempre troppo sobria..
alla fine c'è scappata anche una capatina al livel.. ^^' al scur.. ^^'

lunedì 11 maggio 2009

silence

direttamente dal cd di.. boh.. Warrior.. Albè.. Ciccio..?

questa è estiva e tamarra... ^^

amministrative

tutti i candidati..

gazzetta di Reggio

al paese belle novità..
al posto di che c'era prima subentra gente di tutto rispetto.. ^^'

tra le perle:
la balbi, Gio Iembo per la gouche, buller per la droite....

da notare Mario Bacchi che potrebbe beccarsi una marea di voti per le splendide prestazioni al riparty... ^^

al livel


ian stachè la lus..
l'è par costo che stasira as catom mia..
pr'al rest ag vrà ancòra an pò d'temp..
a ghè 'l ches che quel as cumbinarà..

domenica 10 maggio 2009

schiettezza

Originari di Ghana e Sierra Leone, riaccompagnati nei loro Paesi entro 2 settimane

Libia, nel centro dei «respinti»
«Ma proveremo a ritornare»

Tripoli: i clandestini? Possiamo portarveli a San Pietro

  • NOTIZIE CORRELATE

Dal nostro inviato Fiorenza Sarzanini
TRIPOLI
— La luce filtra dalle sbarre del­le finestre, loro stanno accasciati sulle stuo­ie, sono scalzi, hanno lo sguardo smarrito. Appena la porticina si apre balzano in piedi, cercano di uscire nel cortile. Vogliono spie­gare, raccontare, chiedere aiuto. C’è chi co­nosce qualche parola di inglese, chi si arran­gia con il francese. Hanno la pelle molto scu­ra, la maggior parte sembra provenire dai Paesi dell’Africa subsahariana. I poliziotti li ammassano contro il muro, intimano loro di stare seduti. «Potete parlare, se qualcuno di voi ha qualcosa da chiedere può farlo», gridano. Un ragazzo che dice di avere 16 an­ni quasi implora: «Mi chiamo Emmanuel, vengo dalla Sierra Leone, i miei genitori so­no a Londra. Ero partito per raggiungerli. I soldi per il viaggio me li ha dati mia nonna. Adesso non ho più niente, ma voglio anda­re da loro. Vi prego ci sarà un modo per riu­scire a tornare dì là».



Centro di accoglienza di Twescha, 35 chi­lometri a sud di Tripoli. Eccoli gli immigrati che la Libia ha accettato di riprendersi. Mer­coledì scorso erano sui barconi intercettati nelle acque maltesi. Nella notte sono stati trasferiti sulle motovedette italiane che han­no effettuato l’operazione di respingimen­to, provocando un caso internazionale, e so­no tornati in porto. Li hanno divisi per na­zionalità e ora li tengono in questi stanzoni in attesa di riportarli a casa. Non c’è alcuna speranza che possano rimanere, entro due settimane saranno organizzati i voli per il rientro. E tutto ricomincerà daccapo. Per­ché, come chiarisce Suleyman, ghanese di 24 anni «noi non possiamo restare in Afri­ca. Vogliamo andare in Europa, raggiungere la Grecia. E prima o poi ci riusciremo. Met­tiamo i soldi da parte, lavoriamo per pagare i trasferimenti. Un pezzo di strada per volta fino alla costa. Poi ci imbarcano». C’è chi sogna la Germania, chi sostiene di avere parenti in Italia. Samwi ha 19 anni, gli ultimi quattro mesi li ha trascorsi in un casa di Al Zwara — la cittadina all’estremo sud del Paese dove i mercanti di uomini ammas­sano la loro «merce» — ad aspettare l’ok de­gli scafisti. Pensava di esserci riuscito e inve­ce la sua traversata non è durata neanche 100 miglia e si dispera. Traore, 20 anni, tira fuori un documento per dimostrare che lui è già entrato nel programma di protezione per i rifugiati, dice che lo ricevuto ad Abi­djan, in Costa d’Avorio. Ma se gli chiedi co­me mai era su una di quelle barche non sa rispondere, non è in grado di spiegare per­ché non ha sfruttato questa occasione per provare ad avere una nuova vita. I centri di accoglienza qui sono gestiti dalla polizia, gli agenti di guardia che chiariscono di aver già avviato le verifiche sul tesserino sosten­gono che potrebbe essere falso.

Dopo le accuse di violazione dei diritti umani arrivate nelle ultime ore, le autorità libiche hanno deciso di consentire una visi­ta nelle strutture, vogliono mostrare al mon­do come vengono trattate queste persone. Quando si apre il padiglione dove sono i ni­geriani e i ghanesi, la scena vista all’inizio si ripete. Sono quasi tutti ragazzi. Si tirano su, ti circondano «perché devi mandare un messaggio, dire che stiamo bene ma che vo­gliamo essere liberi». Negano di aver ricevu­to maltrattamenti, non hanno segni visibili di percosse. Ricordano di essere rimasti per ore e ore su quei barconi che rischiavano di andare alla deriva. «Abbiamo avuto tanta pa­ura, era buio, potevamo morire», ripetono come in una litania. Fram ha la faccia da ra­gazzino, racconta di avere 17 anni, di essere giunto dal Gambia. E sostiene di non sapere dove si trova. «Libia? Non capisco. Io vole­vo andare a Malta». Le donne che erano sui barconi sono state trasferite nel centro di Zawia, 40 chi­lometri a nord della capitale. Lì finiscono anche i bambini, ma la polizia locale assi­cura che a bordo l’altra sera non ce n’era nemmeno uno. Le femmine erano 37 e una ventina erano con il marito. «Li abbia­mo messi insieme, ma anche loro dovran­no lasciare il Paese», chiariscono i respon­sabili delle strutture.

I centri di accoglienza sono cinti da un muro alto, circondati dal filo spinato. I por­toni sono di ferro, la sorveglianza è affidate alle guardie armate. Non ci sono limiti di permanenza, ma si cerca di non farli restare più di 15 giorni. «Perché — chiarisce il di­rettore di Twescha — siamo sempre in emergenza, anche in questi giorni ci sono 400 persone in più». Al ministero dell’Inter­no dicono che in Libia ci sono «almeno un milione e mezzo di stranieri che vuole rag­giungere l’Europa. Noi spendiamo ogni an­no due miliardi e mezzo di dollari per gesti­re il fenomeno dell’immigrazione clandesti­na e non siamo più in grado di sostenere il fenomeno». Abdal Muammed, un alto funzionario della sicurezza che ha trattato con l’Italia l’accordo per effettuare i pattugliamenti congiunti, sa bene quante critiche si siano scatenate dopo le operazioni effettuate in acque internazionali. Ma non appare dispo­sto a subire gli attacchi: «Non credo possibi­le che qualcuno pensi di aver risolto il pro­blema dell’immigrazione clandestina man­dando sei motovedette a controllare il ma­re. Noi siamo pronti a collaborare con il go­verno di Roma e lo stiamo dimostrando. Ma è l’Europa che deve farsi carico di que­sta situazione, avviare quei progetti negli Stati d’origine che promette da anni. E so­prattutto, l’Unione deve rispettare gli impe­gni presi nei mesi scorsi: quando abbiamo condotto la mediazione per liberare le infer­miere bulgare, sono stati siglati accordi per l’avvio della sorveglianza radar delle nostre frontiere meridionali. Non ne abbiamo sa­puto più nulla».

Alla durissima presa di posizione del Va­ticano, il rappresentante del governo libi­co risponde con altrettanta fermezza: «Quando abbiamo allentato i controlli sia­mo stati accusati di mandare la gente a mo­rire. Ora che abbiamo deciso di potenziarli ci accusano di violare i diritti umani. Noi siamo aperti a tutti i tipi di cooperazione, se volete possiamo portare a piazza San Pie­tro tutti gli stranieri che le vostre navi han­no portato qui. Bisogna capire che la Libia da sola non ce la fa, queste persone scappa­no dalla fame, non dalla guerra. La coscien­za dell’Europa deve svegliarsi perché noi proveremo a fermare chi affronta il mare per avere una vita migliore, però saremo costretti a fermarci se continueremo ad es­sere il luogo di transito di tutta l’Africa. E saremo costretti a sospendere i controlli delle frontiere verso l’esterno qualora ci rendessimo conto che il peso migratorio sta diventando troppo pesante».


CORRIERE


ma ci voleva un libico per leggere ste parole in un giornale italiano..?

sabato 9 maggio 2009

goliardia



picchiamo i cani 2 - la vendemmia del cane

leggete i 400 e passa commenti..
io sto rischiando la vita a forza di ridere...

a qlc fb serve davvero..



liberal con l'acqua alla gola..

la paura è una gran brutta bestia..
ne sanno qlc i progressisti nostrani..
con il respingimento alla frontiera dei 200 magreba di qst settimana l'Italia ha compiuto un atto storico.
Non era mai accaduto nell'Europa ammorbata dal cancro del politically correct che un paese si avvelesse del suo diritto alla sovranità e non obbedisse agli ordine delle elitè.

infatti si è scatenato un vespaio..
FINI
VATICANO
PD
UNIONE EUROPEA
ONU
vespaio mediatico, s'intende..

nessun italiano normale si è scandalizzato.. anzi, quasi tutti si auspicano un rapido respingimento alle frontiere ed altrettanto rapide espulsioni..
il fatto che ora, nonostante le resistenze, qlc si muova per adempiere la volontà popolare, fa stringere parecchio il culo ai compagni.. per usare un francesismo..

iar sira


bella serata..
un pò sovraffollata.. ^^
cmq il salame è andato che era una bellezza..
ovviamente nessuno ha pensato a fare delle foto.. ma a noi l'era dell'informazione ci fa una pippa...

venerdì 8 maggio 2009

becerume uber alles

qst è bellissima..

pan, salam e baston da der al can..


allora stasera ci si trova...
e nebbiolo come se piovesse.. ^^

giovedì 7 maggio 2009

that's the way

IMMIGRATI: MARONI, BARCONI RIPORTATI IN LIBIA, SVOLTA NEL CONTRASTO DEI CLANDESTINI

[qui]

molto bene..

Rechtsrock

una canzoncina tranquilla ed estiva per il weekend..

e poi dicono che fb non serve a un cazzo..


nonostante il lavoro minacci il mio cazzeggio quotidiano, sono riuscito ad entrare nella saga del gruppo "picchiamo i cani" su fb...
in qst assaggio, che consegno alla storia, si capisce il tenore della discussione..

domani sera

stavo pensando..
prima di sbaraccare il tutto..
si potrebbe fare una mangiatina old school... sul presto per tener libera poi la serata..
oggi tasto le disponibilità..

mercoledì 6 maggio 2009

berlusca..


ma c'è qlc a cui frega qualcosa dei cazzi privati di sto tappo?
a me ha un pò rotto le balle.. lui, sua moglie, i suoi figli, Fini e tutti gli sfigati della sinistra che parlano di tutte meno che delle cose importanti..

cummings

qlc cagata dall'altra sera..


non capisci che nel mondo è cambiato l'universo... anonimo 27/4/09

come disse Confuso.. Olmi 27/4/09

Barak Omario... Tuz 27/4/09

in un viale di puttane a fare la bella figa si rischia di non scopara mica... Guidetti 29/4/09

martedì 5 maggio 2009

last risk


ultima giocata ieri sera..
partita rapida con vittoria della coppia Camme-Soli..
peraltro meritata..

lunedì 4 maggio 2009

risiko in da house


allora stasera..
solito orario..

domenica 3 maggio 2009

domani sera


visto che il Po ce l'ha fatta passare, domani ci troviamo al Livello..
solite cose..
magari porto qlc da mangiare..
questa è l'ultima.

libera grappa in libero stato..


dal corriere

grazie..
tant a la feva listes..

venerdì 1 maggio 2009

schivseda


pare che l'abbiamo scampata per stavolta..
la piena deve ancora defluire, ma stanotte non ha tracimato... ^^
niente ragnarock di Valpurga...