
mercoledì 27 maggio 2009
The End

mercoledì 20 maggio 2009
domenica 17 maggio 2009
punto della situazione
ieri sera..
lunedì 11 maggio 2009
amministrative
gazzetta di Reggio
al paese belle novità..
al posto di che c'era prima subentra gente di tutto rispetto.. ^^'
tra le perle:
la balbi, Gio Iembo per la gouche, buller per la droite....
da notare Mario Bacchi che potrebbe beccarsi una marea di voti per le splendide prestazioni al riparty... ^^
al livel
domenica 10 maggio 2009
schiettezza
Originari di Ghana e Sierra Leone, riaccompagnati nei loro Paesi entro 2 settimane
Libia, nel centro dei «respinti»
«Ma proveremo a ritornare»
Tripoli: i clandestini? Possiamo portarveli a San Pietro
-
NOTIZIE CORRELATE
Dal nostro inviato Fiorenza Sarzanini
TRIPOLI — La luce filtra dalle sbarre delle finestre, loro stanno accasciati sulle stuoie, sono scalzi, hanno lo sguardo smarrito. Appena la porticina si apre balzano in piedi, cercano di uscire nel cortile. Vogliono spiegare, raccontare, chiedere aiuto. C’è chi conosce qualche parola di inglese, chi si arrangia con il francese. Hanno la pelle molto scura, la maggior parte sembra provenire dai Paesi dell’Africa subsahariana. I poliziotti li ammassano contro il muro, intimano loro di stare seduti. «Potete parlare, se qualcuno di voi ha qualcosa da chiedere può farlo», gridano. Un ragazzo che dice di avere 16 anni quasi implora: «Mi chiamo Emmanuel, vengo dalla Sierra Leone, i miei genitori sono a Londra. Ero partito per raggiungerli. I soldi per il viaggio me li ha dati mia nonna. Adesso non ho più niente, ma voglio andare da loro. Vi prego ci sarà un modo per riuscire a tornare dì là».
Dopo le accuse di violazione dei diritti umani arrivate nelle ultime ore, le autorità libiche hanno deciso di consentire una visita nelle strutture, vogliono mostrare al mondo come vengono trattate queste persone. Quando si apre il padiglione dove sono i nigeriani e i ghanesi, la scena vista all’inizio si ripete. Sono quasi tutti ragazzi. Si tirano su, ti circondano «perché devi mandare un messaggio, dire che stiamo bene ma che vogliamo essere liberi». Negano di aver ricevuto maltrattamenti, non hanno segni visibili di percosse. Ricordano di essere rimasti per ore e ore su quei barconi che rischiavano di andare alla deriva. «Abbiamo avuto tanta paura, era buio, potevamo morire», ripetono come in una litania. Fram ha la faccia da ragazzino, racconta di avere 17 anni, di essere giunto dal Gambia. E sostiene di non sapere dove si trova. «Libia? Non capisco. Io volevo andare a Malta». Le donne che erano sui barconi sono state trasferite nel centro di Zawia, 40 chilometri a nord della capitale. Lì finiscono anche i bambini, ma la polizia locale assicura che a bordo l’altra sera non ce n’era nemmeno uno. Le femmine erano 37 e una ventina erano con il marito. «Li abbiamo messi insieme, ma anche loro dovranno lasciare il Paese», chiariscono i responsabili delle strutture.
I centri di accoglienza sono cinti da un muro alto, circondati dal filo spinato. I portoni sono di ferro, la sorveglianza è affidate alle guardie armate. Non ci sono limiti di permanenza, ma si cerca di non farli restare più di 15 giorni. «Perché — chiarisce il direttore di Twescha — siamo sempre in emergenza, anche in questi giorni ci sono 400 persone in più». Al ministero dell’Interno dicono che in Libia ci sono «almeno un milione e mezzo di stranieri che vuole raggiungere l’Europa. Noi spendiamo ogni anno due miliardi e mezzo di dollari per gestire il fenomeno dell’immigrazione clandestina e non siamo più in grado di sostenere il fenomeno». Abdal Muammed, un alto funzionario della sicurezza che ha trattato con l’Italia l’accordo per effettuare i pattugliamenti congiunti, sa bene quante critiche si siano scatenate dopo le operazioni effettuate in acque internazionali. Ma non appare disposto a subire gli attacchi: «Non credo possibile che qualcuno pensi di aver risolto il problema dell’immigrazione clandestina mandando sei motovedette a controllare il mare. Noi siamo pronti a collaborare con il governo di Roma e lo stiamo dimostrando. Ma è l’Europa che deve farsi carico di questa situazione, avviare quei progetti negli Stati d’origine che promette da anni. E soprattutto, l’Unione deve rispettare gli impegni presi nei mesi scorsi: quando abbiamo condotto la mediazione per liberare le infermiere bulgare, sono stati siglati accordi per l’avvio della sorveglianza radar delle nostre frontiere meridionali. Non ne abbiamo saputo più nulla».
Alla durissima presa di posizione del Vaticano, il rappresentante del governo libico risponde con altrettanta fermezza: «Quando abbiamo allentato i controlli siamo stati accusati di mandare la gente a morire. Ora che abbiamo deciso di potenziarli ci accusano di violare i diritti umani. Noi siamo aperti a tutti i tipi di cooperazione, se volete possiamo portare a piazza San Pietro tutti gli stranieri che le vostre navi hanno portato qui. Bisogna capire che la Libia da sola non ce la fa, queste persone scappano dalla fame, non dalla guerra. La coscienza dell’Europa deve svegliarsi perché noi proveremo a fermare chi affronta il mare per avere una vita migliore, però saremo costretti a fermarci se continueremo ad essere il luogo di transito di tutta l’Africa. E saremo costretti a sospendere i controlli delle frontiere verso l’esterno qualora ci rendessimo conto che il peso migratorio sta diventando troppo pesante».
ma ci voleva un libico per leggere ste parole in un giornale italiano..?
sabato 9 maggio 2009
goliardia
picchiamo i cani 2 - la vendemmia del cane
leggete i 400 e passa commenti..
io sto rischiando la vita a forza di ridere...
a qlc fb serve davvero..
liberal con l'acqua alla gola..
ne sanno qlc i progressisti nostrani..
con il respingimento alla frontiera dei 200 magreba di qst settimana l'Italia ha compiuto un atto storico.
Non era mai accaduto nell'Europa ammorbata dal cancro del politically correct che un paese si avvelesse del suo diritto alla sovranità e non obbedisse agli ordine delle elitè.
infatti si è scatenato un vespaio..
FINI
VATICANO
PD
UNIONE EUROPEA
ONU
vespaio mediatico, s'intende..
nessun italiano normale si è scandalizzato.. anzi, quasi tutti si auspicano un rapido respingimento alle frontiere ed altrettanto rapide espulsioni..
il fatto che ora, nonostante le resistenze, qlc si muova per adempiere la volontà popolare, fa stringere parecchio il culo ai compagni.. per usare un francesismo..
iar sira

venerdì 8 maggio 2009
giovedì 7 maggio 2009
that's the way
[qui]
molto bene..
e poi dicono che fb non serve a un cazzo..
domani sera

prima di sbaraccare il tutto..
si potrebbe fare una mangiatina old school... sul presto per tener libera poi la serata..
oggi tasto le disponibilità..
mercoledì 6 maggio 2009
berlusca..
cummings
non capisci che nel mondo è cambiato l'universo... anonimo 27/4/09
come disse Confuso.. Olmi 27/4/09
Barak Omario... Tuz 27/4/09
in un viale di puttane a fare la bella figa si rischia di non scopara mica... Guidetti 29/4/09